SANTA MARIA DI LEUCA- frazione di Castrignano del Capo (SALENTO, PUGLIA 2022)

Leuca è frazione di Castrignano del Capo (oltre a GIULIANO DI LECCE e SALIGNANO)la cui estensione va dalla serra di Vereto alla costa adriatica. La presenza dell’uomo in quest’ultimo lembo della penisola italica, che s’incunea tra il mare Jonio e l’Adriatico risale all’età del bronzo.

Di quel periodo sono, infatti, i reperti archeologici rinvenuti nei diversi scavi. Leuca è un nome che deriva dal greco λευκός (leukós), cioè “bianco. Da qui il nome di una pianta rarissima, presente solo in questa zona, detta Fiordaliso del Capo di Leuca 

Storia

In passato era amministrativamente divisa fra il comune di Gagliano del Capo, per la parte dove è ubicato il Santuario di Santa Maria de Finibus Terrae, e il comune di Castrignano del Capo, per la parte compresa tra punta Ristola e Punta Meliso. La vicenda legale tra i comuni di Castrignano del Capo e Gagliano del Capo, conclusasi dopo 83 anni, ha stabilito che Leuca ricade interamente nel comune di Castrignano del Capo.

VISTA SANTA MARIA DI LEUCA

Più precisamente si intende per Santa Maria di Leuca la zona sopra il promontorio su cui si trovano la Basilica e il faro (che con la sua altezza di 48,60 metri e la sua collocazione a 102 metri sul livello del mare è uno dei più importanti d’Italia), mentre la Marina di Leuca è situata più in basso ed è compresa tra punta Mèliso a est, posta ai piedi del promontorio, e punta Ristola a ovest.

Dall’ottobre 2006 il territorio di Santa Maria di Leuca rientra nel Parco Costa Otranto – Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase istituito dalla Regione Puglia allo scopo di salvaguardare la costa orientale del Salento. Poco fuori Punta Ristola, a 85 metri sotto il livello del mare, giace lo scafo del sommergibile oceanico italiano Pietro Micca, affondato durante la seconda guerra mondiale col suo equipaggio di 58 marinai.

Nel corso della storia, diverse sono state le visite dei papi a Santa Maria di Leuca. Nell’anno 343 papa Giulio I (337-352) si recò a Leuca per consacrare il santuario locale; la circostanza è ricordata da una lapide apposta sull’ingresso della Basilica.

Nell’anno 710 papa Costantino (708-715) fu di passaggio a Santa Maria di Leuca dopo la sosta a Otranto.

Il 14 giugno 2008, sul piazzale antistante la Basilica, ha celebrato la messa papa Benedetto XVI, atterrato in elicottero a Punta Ristola e giunto al santuario “de Finibus Terrae”, dove ha presieduto la messa. In onore di questa visita è stata costruita una statua adiacente alla basilica.

Basilica di Santa Maria de finibus terrae

Il nome deriva dai romani il quale con questa dicitura de finibus terrea “cioè ai confini della terra” per indicare l’ estremo limite dei cittadini romani con l’ area dei “provinciales” cioè i coloni. Un viaggio a Leuca è come ritornare nel passato e precisamente ai tempi di San Pietro, il quale in viaggio per Roma, sembra aver fatto tappa proprio qui.

santuario


Fu allora che il tempio, dedicato alla dea Minerva sul promontorio japigeo (l’attuale Basilica), diventò luogo di culto cristiano e uno dei principali centri di pellegrinaggio dell’età antica e medievale.

La devozione verso la Madonna di Leuca ha origine antica: si parla di un grande miracolo che avrebbe salvato i pescatori il 13 aprile del 365 da una burrasca.  Dopo numerosi attacchi da parte di invasori turchi e saraceni la chiesa, così come la vediamo oggi, fu ricostruita tra il 1720 e il 1755, che diede alla struttura un aspetto fortificato per difenderla proprio dai saccheggiamenti.


Nel piazzale si può ammirare la colonna Mariana, risale al 1694, opera di Filiberto Aierbo d’Aragona, duca di Alessano e principe di Cassano, sulla quale è stata collocata una Madonnina in preghiera, che riceve il saluto dell’Angelo posto all’inizio degli archi.

Posta sul confine sud-ovest del piazzale, presenta quattro iscrizioni inneggianti a Cristo Redentore.
Il faro, ovviamente, non passa inosservato, alto 102 metri, 55 a livello del mare e 47 dalla terra, è stato costruito nel 1864, ed è fra i più importanti d’Italia.

faro e colonna


La “Croce Pietrina” si trova sul viale che conduce alla Basilica tra gli alberi della pineta, ed è stata costruita a testimonianza del passaggio di S. Pietro.

croce pietrina

Due rampe di scale ognuna di 296 gradini collegano il santuario con il porto vecchio. Vennero costruite nel periodo fascista in occasione delle opere terminali dell’acquedotto. Le due scalinate sono separate da una cascata artificiale aperta solo in occasioni particolari. A piedi delle scale si eleva la “colonna romana” del 1939.

scalinata e vista panoramica

Scalinata Monumentale

L’acquedotto pugliese ha le sue opere terminali a Santa Maria di Leuca.
A conclusione del lungo serpentone di condotte è stata realizzata una cascata, che sfocia in mare, tra due scalinate in pietra, che collegano il promontorio japigeo con il porto pescatori.


L’acquedotto pugliese è tra i più importanti del mondo; le sue opere iniziarono nel 1906 e dovevano terminare dopo dieci anni, ma così non fu perché lo scoppio della prima guerra mondiale bloccò tutto.

Conclusa la guerra i cantieri si riaprirono e si giunse nella marina nel 1939. La monumentale scalinata e la colonna romana, inviata dal Duce e giunta appositamente da Roma, ne segnarono le opere terminali.

Chiesa di Cristo Re

La chiesa di Cristo Re si trova nel centro della Marina di Leuca.
I lavori di costruzione iniziarono nel 1896, su progetto redatto dall’ing. Pasquale Ruggeri, ma l’apertura al pubblico avvenne ben 40 anni dopo nel 1935. Realizzata in carparo è in stile romanico e gotico.

chiesa cristo re


L’interno si divide in tre navate. Da ammirare il pavimento in mosaico completato nell’agosto del 1934 e il rosone della facciata principale. I finestroni recano gli stemmi gentilizi delle nobili famiglie che parteciparono all’opera. Alla cerimonia di inaugurazione, nel 1935, intervenne il vescovo di Lecce Mons. Micelli.

TORRE DIFENSIVA

All’ingresso della marina, in buono stato di conservazione, vi è la torre dell’Omo morto.
La sua edificazione risale al 1555 e fu abitata fino al 1860; costruita in carparo sembra che al suo interno sono state rinvenute delle ossa umane ma il nome probabilmente deriva da un ritrovamento di ossa umane nei pressi di una grotta adiacente alla torre.

TORRE MARCHIELLO

è una torre risalente al XVI secolo ciò che rimane della torre è ben poco posta a 12 metri sul livello del mare

Le grotte

Numerose sono le grotte che costeggiano tutto il litorale, ricche di iscrizioni greche e latine come la grotta “Porcinara” : di notevole importanza storica, gli archeologi nella zona hanno rinvenuto una struttura in doppia cortina muraria l'”eschera”.
La grotta è stata scavata in tre ambienti, sulle pareti sono incise le iscrizioni a giove e si possono leggere nomi di navi e di personaggi mitologici come Madaraus, Rhedon, Afrodite o di reperti neolitici (ossa lavorate, ceramiche grossolane) .

La grotta del “Diavolo”, si trova su Punta Ristola, misura quaranta metri in lunghezza e diciassette in larghezza e conduce direttamente a mare. Nel 1871, Ulderico Botti compì i primi scavi trovando interessanti ed unici reperti, oggi conservati nel museo di Lecce e Maglie.
Furono rinvenute molte armi, utensili di selce e di osso e terracotte che testimoniano la presenza dell’uomo in epoca primitiva.. Entrambe sono visitabili via terra. Il nome nasce dal fatto che che si possono sentire rumori cupi provenienti dalla grotta associati, nella cultura popolare, al diavolo.


Per mare, invece, si accede alla grotta del “Morigio” situata ai piedi della cascata monumentale chiamata così perché i mori si fermarono qui per riposare poco prima di distruggere leuca;

La grotta “Cazzafri”, formata da 2 cavità profonde trenta metri; la grotta del “Fiume”, profonda trenta metri; “alla grotta Delle Tre Porte”, che è tra le più conosciute e visitate, con tre ingressi che si uniscono in un’unica cavità.

Ancora abbiamo la “Grotta dei Giganti“, dove sono stati portati alla luce interessanti reperti archeologici, ossa umane, cocci bizantini e frammenti vari. Il nome deriva dalla leggenda che qui furono seppellite i cadaveri dei giganti uccisi da ercole ma probabilmente il nome può riferirsi anche al ritrovamento di ossa e denti di pachidermi.

Di interesse paleontologico la “Grotta della Stalla“, utilizzata molto spesso come rifugio dai pescatori sorpresi dal mare in burrasca.

C’è poi la “Grotta del Drago” profonda circa 60 metri con una roccia sporgente che assomiglia alla testa di un drago; interessante anche la grotta degli innamorati frequentata dalle coppie che nuotando arrivano dalla porta marina (queste ultima due grotta innamorati e del drago fanno parte della marina di felloni che appartenente al comune di patù).