PIZZICA SALENTINA – STORIA & TRADIZIONE

Lo strumento essenziale per chi vuole suonare e cantare è il tamburello 🙂 qui di seguito i link per visionarli:

tamburello 1

tamburello 2

tamburello 3

La prima fonte scritta di questa magnifica arte sembra risalire al 20 aprile 1797. Si riferisce alla serata da ballo che la nobiltà tarantina offrì al re Ferdinando IV di Borbone in occasione della sua visita diplomatica nella città. La pizzica pizzica (detta anche pizzica) è una danza popolare presente nelle province di Lecce, Brindisi e Taranto e in tutto il Salento. Essa è diffusa anche in un’altra subregione della Puglia, la Bassa Murgia e Matera (appartenuta anch’essa alla Terra d’Otranto). Fa parte della grande famiglia delle danze di tradizione denominate tarantelle.

TRADIZIONE E STORIA

La pizzica, oltre ad essere suonata nei momenti di festa costituiva anche il principale rito del tarantismo. Essa prevede il tamburello ed il violino per le loro caratteristiche ritmiche e melodiche – con lo scopo di “esorcizzare” le donne tarantate e guarirledal loro male attraverso questa melodia. La pizzica, suonata per giorni o addirittura settimane aveva caratteristiche che la differenziavano da quella suonata per il ballo. La “pizzica tarantata” o la “taranta“, era eseguita con un ritmo accelerato rispetto a quella classica suonata per il ballo. Le tonalità più frequentate erano quelle capaci di stimolare più facilmente la tarantata grazie al carattere ridondante e malinconico; lo scopo principale era suscitare una reazione ovvero il gettare fuori il male della malcapitata.

Per stimolare l’ammalata si utilizzavano anche nastri colorati, coperte a motivi floreali, fazzoletti colorati, per stimolare la vista. Anche l’olfatto si stimolava con le piante profumate e quindi l’aromaterapia. La taranta era l’identificazione di un male interiore il “mal di Vivere” perché il veleno dei ragni pugliesi non dia effetti di schizofrenia. Oggi il tarantismo è completamente scomparso. Nel Salento oggi si festeggia “la festa della taranta“. Alcuni autori indicano che il mito della taranta/tarantola derivasse dall’antica Grecia.

Vi sono più versioni del mito di Aracne. Quella data da Ovidio parla di una giovane donna molto bella nota in tutta la Lidia per la tessitura, in cui eccelleva. Le Ninfe andavano da lei per osservare la sua esperienza, e, stupite, dicevano che la stessa Pallade le avesse insegnato quell’arte. Arakne a tale paragone reagiva stizzita e dichiarava che era pronta a gareggiare con la dea e ad accettare qualunque condizione in caso di sconfitta. Atena accettò la sfida, la gara vide la produzione di due bellissime tele ricamate. Alla vista del meraviglioso drappo di Arakne, Atena ebbe uno scatto d’invidia, strappò il telo della fanciulla e tramutò lei in ragno, destinandola per sempre a tramare le sue ragnatele.

Un’altra leggenda narra di una giovane ragazza, Aracne, la quale fu sedotta da un marinaio che partì dopo la prima notte d’amore. Una mattina la ragazza vide una barca avvicinarsi alla costa e fece il segnale convenuto con il suo marinaio. Dalla nave giunse la risposta: era tornato. Ma a pochi metri dal porto la barca affondò e coloro che erano a bordo morirono. Arakne vide morire il suo amore dopo anni di attesa. Così, alla morte della giovane, Zeus la rimandò in terra per restituire il torto ricevuto, non come ragazza ma come tarantola.

COME SI BALLA ?

La pizzica pizzica si balla in coppia, non necessariamente formata da individui dello stesso sesso. La pizzica pizzica tra uomo e donna non è necessariamente una danza di corteggiamento. Essa infatti si balla in occasioni private e familiari, ed è molto probabile che a danzare siano parenti molto stretti. Così il ballo tra un fratello ed una sorella può diventare occasione di divertimento e scherzo. Oppure quello tra un anziano e la sua nipotina può diventare un momento di apprendimento da parte della nipotina.

Tra due uomini invece spesso si crea competizione, ed il ballo diventa momento di sfida. Un esempio di danza tra due uomini è nella tradizione ostunese. Qui è molto facile vedere due uomini ballare insieme dove uno dei due uomini si prende gioco dell’altro riproducendo passi e pose comici o caratteristici della danza femminile.

Caratteristico della pizzica pizzica è il “fazzoletto” usato nel momento del ballo per invitare, sventolandolo, il partner prescelto. Oggi la credenza che il fazzoletto sia “simbolo d’amore” verso la donna è sbagliata. Si pensa infatti che il fazzoletto è concesso durante il ballo solamente al giovanotto che sia stato in grado di rapirle il cuore. E’ probabile che esso servisse per animare maggiormente la danza. Nella danza della pizzica pizzica i ruoli, i sessi e la loro rappresentazione erano e sono molto marcati.

Alle donne va naturalmente il compito di esprimere al meglio la propria bellezza e femminilità, con passi molto più composti di quelli degli uomini. Non mancano i momenti di euforia con brevi corse e giri su se stesse. Le mani della donna spesso sono ferme a reggere la gonna e le braccia restano chiuse, o protese leggermente in avanti.

L’uomo ha il dovere di esprimere la propria virilità, la propria forza. Questo compito lo svolge con movimenti più secchi e repentini, con le proprie braccia tese e aperte come a voler abbracciare a distanza la donna. In ogni caso, la donna stuzzica l’uomo ad inseguirla, a “braccarla” delicatamente, per poi affrontarlo con giochi di piedi e di sguardi.

PIZZICA A SCHERMA

La “pizzica a scherma“, spesso impropriamente chiamata “danza delle spade“, è impropiamente annoverata nella famiglia delle danze armate. Essa non ne fa parte semplicemente perché le danze armate prevedono tutt’oggi l’uso di armI. Nella pizzica a scherma è scomparsa l’arma, ossia il coltello o pugnale e non c’è la rievocazione di un combattimento ufficiale.

Il coltello è rappresentato dal dito indice e medio della mano ma anche di tutto il palmo brandito “di taglio”. Questa scherma è la simulazione di un combattimento al coltello che parano e infliggono colpi con la loro arma. Chi è stato colpito esce dalla “ronda” formata da curiosi e simpatizzanti e lascia il posto ad un altro sfidante. I colpi sono simulati e i contendenti eseguono la loro arte rimanendo sempre ad una certa distanza l’uno dall’altro. Nel Salento, la scherma è spesso, ma non necessariamente, accompagnata dalla pizzica suonata con un ritmo cadenzato con l’utilizzo di strumenti musicali. L’ elemento musicale è subentrato in tempi abbastanza recenti, per mascherare i veri e sanguinosi duelli.

Nel Basso Salento, il luogo in cui è più facile osservare questa tradizione è la Festa di San Rocco a Torrepaduli, frazione di Ruffano (LE), la quale si svolge nei giorni a cavallo del Ferragosto. La festa di San Rocco coincideva tradizionalmente con una delle più importanti fiere contadine della provincia, ed era occasione di pellegrinaggio da parte dei devoti di San Rocco. Sia i pellegrini che i numerosi commercianti passavano la notte in attesa della apertura della chiesa e dell’inizio della fiera di fronte al Santuario, ingannando il tempo suonando, cantando e, in alcuni casi “pazziando”, ossia tirando di scherma. Altre varietà di scherma, molto simili a quella visibile a San Rocco, sono o sono state presenti in altre zone della Puglia e del Sud Italia (Calabria, Sicilia, Campania).

LA PIZZICA OGGI

Con il passare del tempo la pizzica ha trovato una sua autonomia come tipo di danza e genere musicale, oltre a divenire un vero e proprio fenomeno popolare. Se da un lato, quindi, il tarantismo andava estinguendosi per effetto dei mutamenti nei costumi della società, la pizzica è rimasta ben viva nella tradizione del folklore salentino. Tuttavia, per molti anni sia la pizzica che il fenomeno del tarantismo sono stati ritenuti un forma di arretratezza culturale di cui vergognarsi.

Negli anni settanta la musica e le danze della pizzica sono state riscoperte ed apprezzate in tutta la loro bellezza, e oggi hanno contribuito a consolidare un legame culturale con altri fenomeni musicali simili dell’Italia meridionale. Negli ultimi anni sono state organizzate moltissime rassegne musicali dedicate alla pizzica salentina, tra cui la Notte della taranta che richiama centinaia di migliaia di appassionati e curiosi. Oggi, nel panorama dei gruppi musicali che ripropongono la pizzica, ce ne sono alcuni che la rileggono in chiave attuale e maggiormente fruibile da un pubblico giovanile, contaminata da influssi etnici, ma sempre fedeli allo spirito forte e passionario della tradizione.

FONTE: WIKIPEDIA